BookFace non è un errore o una inversione dei termini. E’ l’ultima novità! No, non è un nuovo social, anche se sfrutta i social. C’era una volta il pensatore e saggista solitario (c’è ancora e sempre ci sarà), poi ci furono i romanzi e i saggi scritti a due mani (nel senso di due autori), poi sono arrivati i collettivi come Wu Ming e Kai Zen poi è arrivato Facebook.
Da notare che se non è così raro trovare un libro scritto da due autori e ben più difficile trovarne uno scritto da tre; evidentemente la letteratura sembra aborrire il triangolo, e Baigent, Leigh e Lincoln di “Il Santo Graal” rappresentano una rarità. Ma torniamo a noi e a BookFace. Cos’è BookFace? Un esperimento, niente altro che un esperimento, ma molto, molto Web 2.0. Dopo Social Killer di Vito Di Bari, romanzo multipiattaforma, voilà un romanzo scritto da qualcosa come 70 autori. Il primo romanzo partecipativo. Il titolo, of course, è stato scelto sempre seguendo i principi della partecipazione e della condivisione.
Le connessioni invisibili è un titolo che ben rende lo spirito che ha animato il progetto prima ed il romanzo poi. Quasi 1.500 fan hanno sostenuto l’iniziativa dei 70 autori che, facendo appello alle loro conoscenze e caratteristiche, sono riusciti a metter su un plot solido ed equilibrato contenente, nondimeno, diverse contaminazioni di genere, vi si possono scorgere tratti fantastici ed tenere laison come elementi gialli e noir. La vera impresa di BookFace è stato infatti non deragliare ma tenere un corpus coerente e credibile.
Come funzionava? Ogni aspirante autore continuava il romanzo seguendo la propria vena ispiratrice, attenendosi però a quanto scritto da chi lo ha preceduto. E così via.
Roberto Secci, libero professionista in comunicazione e relazioni, e Eleonora Galbiati, web marketing specialist, ideatori del progetto sono visibilmente soddisfatti e pensano già al prossimo contest, pardon romanzo. E non è esclusa una versione cartacea o book o demand di Le connessioni invisibili.
Sentiamo dalle vive parole di Roberto Secci: “BookFace è nato per gioco, ma se oggi, giocando a fare gli scrittori, siamo arrivati fin qui, non ce ne vogliano i critici più convinti se sogniamo la pubblicazione della nostra opera letteraria. Il desiderio resta quello di poter sfogliare un giorno il nostro romanzo, unico nel suo genere che pur non avendo la presunzione di entrare nella lista dei migliori romanzi scritti, racchiude in sé tanti piccoli mondi e le emozioni di piccoli e grandi scrittori” . Niente da dire, certo che sarebbe bello. Non sentite aleggiare in queste parole lo spirito Wiki?
E tu, sei pronto a scrivere il prossimo romanzo partecipativo?