Le ultime parole famose in tema di tecnologia

Chi di noi non si è imbattuto in qualche frase famose, qualcosa del tipo: “ Dai retta a me ragazzo, i feriti portali a piedi. Guidare l’auto non è il tuo mestiere…”, questo disse un ufficiale ad un giovane pilota di ambulanza.
Quel giovane si chiamava Tazio Nuvolari e di lui Ferdinand Porsche disse: “..è il più grande corridore del passato, del presente e del futuro”.

Se pensiamo che i militari non capirono neanche Marconi direi che non possiamo meravigliarci.

Di queste lungimiranti profezie ne potremmo metter su a decine. Quelle in ambito tecnologico sono più o meno gravi? Io dico di più, perché chi si occupa di tecnologia e scienza dovrebbe essere sempre un passo mas allà, dovrebbe sempre avere, o perlomeno ragionare, con uno step in più, ed invece… ed invece in non rari casi, si lasciano andare a delle dichiarazioni che li renderanno immortali, ma non renderà loro il tipo di immortalità che agognavano.

Nel 1838 tal Dyonisus Lardner affermò: “Pensare di attraversare l’Atlantico con una nave a vapore è come pensare di andare sulla Luna: una follia”. Amen.
Il fatto divertente e che questo Dyonisus Lardner era docente di astronomia, quindi è ragionevole pensare che si sbagliò due volte.

Anche Edison prese le sue belle cantonate, infatti, da dilettante quale era, arrivava alle sue invenzioni più per caso che per lucido calcolo o intuizione superiore.
Edison una volta si fece scappare: “Ritengo che il cinema sia destinato a rivoluzionare il nostro sistema scolastico e che in pochi anni soppianterà in gran parte, se non del tutto, l’uso del libro di testo”. Correva l’A.D. 1922.

 

Sul cinema sono in tanti ad aver preso delle sberle mica da ridere, anche un pioniere come Louis Lumière, nel 1895, si ritrovò a dire: “Il cinema è un’invenzione senza futuro”. Sic.

 

Per tacere poi della televisione. Vi dico solo questa per rendere l’idea di come vengono accolte, in genere, le novità tecnologiche: “La televisione non potrà reggere il mercato per più di sei mesi. La gente si stancherà subito di passare le serate a guardare dentro a una scatola di legno”.
Queste furono le parole, nel 1946, di Darryl F. Zanuck, che all’epoca non era uno qualsiasi bensì il presidente della 20th Century Fox.

 

Ma la televisione non era nata sotto una buona stella in quanto il suo inventore, John Logie Bard, rischiò brutto quando un redattore del Daily Express chiamò gli addetti alla sicurezza sostenendo che in sala d’attesa c’era un inventore, che voleva mostrargli una sua nuova invenzione: “Per l’amor del cielo andate giù alla reception e sbarazzatevi del pazzo che sta lì. Dice che ha un apparecchio senza cavi dove si vedono delle cose! Ma state attenti. Potrebbe avere un rasoio!”

 

Ma torniamo al mondo che più ci appartiene. E ad alcune chicche, come: “..ma all’atto pratico, a che cosa serve?”, sono queste le parole che un ingegnere dell’Advanced Computing Systems Division dell’IBM rivolse ai colleghi nel 1968, quando vide che alcuni di essi stavano discutendo di un circuito integrato.

 

Le previsioni sui computer hanno riguardato dimensioni, penetrazione e forza bruta. La rivista Popular Mechanics nel 1949 si sentì di affermare che: “Una unità di calcolo sull’ENIAC è dotata di 18.000 valvole e pesa 30 tonnellate, ma può darsi che in futuro i computer abbiano soltanto 1000 tubi e pesino soltanto una tonnellata e mezza”. Qualche anno dopo, a metà dei ’50, qualcuno dalle parti dell’IBM (ancora!): “Forse un giorno riusciremo ad avere dei computer pesanti solo 1 tonnellata e grandi qualche metro quadrato.

Direi che si siamo riusciti.

 

Assodato che con i calcolatori si poteva fare ben di più in termini di peso e dimensioni, non sembravano però ancora qualcosa di utile: “Che bisogno ha una persona di tenersi un computer in casa?”. Questo disse, nel 1977, Kenneth Olsen, fondatore della Digital Equipment.

E lo disse alla convention della World Future Society 1977.

 

Il grande professore di Reti di calcolatori Andrew S. Tanenbaum (foto2), sul cui libro si sono formati centinaia di studenti rivolgendosi ad un giovane programmatore disse: “Sei fortunato che non sei un mio studente. Non prenderesti un buon voto per un tale progetto”.


Il giovane programmatore era Linus Torvalds ed il progetto scadente era l’abbozzo di Linux.

 

Robert Metcalf (foto1), fondatore della 3Com, inventore dello standard Ethernet per le reti informatiche locali, è una delle poche persone capaci di rimangiarsi le parole: “Internet… ben presto esploderà in modo spettacolare, come una supernova, e nel 1996 collasserà in maniera catastrofica”. Disse queste parole nel 1995 sulla rivista Infoworld.

Metcalfe era così sicuro della previsione che promise di “rimangiarsi le proprie parole” Cosa che fece il 10 aprile 1997, allorquando, alla Sixth International World Wide Web Conference (WWW6), salì sul palco, prese un frullatore, vi mise dentro una copia del proprio articolo e dell’acqua, poi accese il frullatore, mangiandosi la pappina con l’aiuto di un cucchiaio.

 

Sulla buccia di banana è scivolato anche il mitico Bill Gates, quando, correva l’anno 2004, affermò, stentoreo e sicuro: “Lo spam sarà un ricordo del passato entro 2 anni”. Sì, come no!

 

Le prossime frasi famose me la suggerirai tu !

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