Il web cambia il cervello. Ecco alcune ricerche

Ormai lo sanno anche le pietre che è esistita una umanità (in senso lato) prima di Internet. E una umanità (sempre in senso lato) post avvento di Internet.

 

Sono cambiate le nostre abitudini, il nostro modo di relazionarci, di fare acquisti, di informarci e di accedere al mare magnum delle informazioni.

 

Tutti questi cambiamenti hanno un effetto sul nostro cervello e sui nostri comportamenti? Certo che sì, e del resto non potrebbe essere altrimenti.
Andiamo a vedere, e a prendere con le pinze, alcune ricerche in merito, su un campione di bambini e adolescenti

Concentrazione: Larry Rosen, psicologo della California State University, ha notato che i ragazzi che passano troppo tempo su Facebook e sui social mostrano con maggior frequenza problemi comportamentali e tendenza al narcisismo. La concentrazione crollava in media ogni 5 minuti, per effetto del bisogno compulsivo, soddisfatto o meno, di controllare gli account.

 

Memoria: Betsy Sparrow, psicologa alla Columbia University, argomenta che Internet fa male alla memoria, o meglio allo sforzo che si fa per memorizzare. Del resto, perché, è il discorso più o meno inconscio, sforzarmi di memorizzare un dato o un compleanno se c’è Google o Facebook che lo fa per me?

Apprendimento: Al concetto di memoria si lega quello dell’apprendimento. Le cose non vanno poi così male, perché se è vero che Internet tende a non far sforzare i ragazzi, è altrettanto vero che, secondo una ricerca della Michigan State University, la Rete si dimostra un ottimo strumento educativo, in particolar modo ha un effetto positivo sugli adolescenti delle fasce più svantaggiate, come gli afroamericani o gli ispanici, che in tal modo possono reperire informazioni. I bambini che usano Internet oer più di 30 min al giorno ottengono in genere migliori risultati nella lettura, ma non in matematica.

Comprensione: Maryanne Wolf, psicologa della Tuft University, ha evidenziato che lo stile di lettura tipico dei testi digitali privilegia l’immediatezza e l’efficienza. Ha altresì evidenziato che in tal modo si perde la capacità di interpretare un testo in tutta la sua ricchezza e profondità. Insomma, si legge in modo fast. Un po’ come si mangia e si vive.  

Intelligenza: Una ricerca del Pew Research Institute mostra come il 76% degli intervistati ritenga che Internet abbia un impatto positivo sull’intelligenza. Il 21% ritiene invece che Internet contribuisca a instupidire le persone e che concorra ad abbassare il quoziente intellettivo. Ammesso che lo stesso si possa abbassare; magari lo si può non utilizzare, ma abbassare la vedo difficile.

Attenzione: Una delle paroline magiche del web 2.0 è multitasking, vale a dire la capacità di svolgere più azioni contemporaneamente. Secondo Nora Volkow del National Institute of drugs abuse chi controlla contemporaneamente la mail, parla al telefono e legge un articolo in Rete mostra maggiori difficoltà nel distinguere le info rilevanti da quelle che non lo sono. Pertanto, il multitasking non aumenta l’attenzione e la produttività, ma le peggiora.

E tu? Che ne pensi?

 

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