Che fine ha fatto uno dei fenomeni web d’inizio Millennio? Quale fenomeno web? Second Life. Creato per soddisfare una delle voglie universali e trasversali ad ogni cultura e stato sociale, ossia vivere una seconda vita, una vita altra, è stato letteralmente abbandonato con l’esplosione di social come MySpace, Bebo, Badoo e Facebook e social compagnia cantando.
Nato come risposta al bisogno di socializzare e sognare è stato abbandonato, a favore degli altri social, per tutta una serie di motivi. Il motivo principale può essere addebitato all’usability.
Se su Facebook puoi trovare anche l’analfabeta digitale, per divertirti su Second Life bisognava, e bisogna, essere un po’ più smanettoni.
Se consideriamo Second Life alla stregua di un social come Facebook allora possiamo dire che, mentre sul secondo possiamo trovare il ferroviere in pensione, il primo è per i nerd e i geek.
Abbiamo sentito di gente che ha fatto anche qualcosina di soldi con le attività su Second Life, molti professionisti (avvocati, ingegneri, architetti, medici, etc) vendevano le loro consulenze; qualcun altro vendeva terreni edificabili e così via, ma non necessariamente su Second Life una persona deve fare il lavoro della vita reale. Anzi, che seconda vita è?
A titolo esemplificativo citiamo una 36enne di Roma: Emanuela Trombetta, che in Second Life è Ziamela Loon, a Roma fa la conducente di autobus, su Second Life dà sfogo alle sue passioni. Su Second Life ha lanciato 3 linee di abbigliamento: Jador, Outlet e linea uomo.
Ha disegnato circa 300 capi, che ha venduto mediamente per 2-3 euro l’uno, con qualche picco di 200 euro. Fallito in parte l’obiettivo di essere un luogo d’incontro e di socializzazione di portata mondiale rimane comunque utile e funzionale, particolarmente funzionale, per tutta una serie di altre attività.
Irene Grandi ha utilizzato Second Life per alcune scene del videoclip “Bruci la città”, così come ha fatto anche una rockstar del calibro di David Bowie. Come luogo d’incontro ha ancora tanto da dire.
Ricordiamo che a fine settembre 2007 durante il 18º Congresso di Chirurgia dell’Apparato Digerente promosso dal prof. Giorgio Palazzini, in collaborazione con Johnson & Johnson Medical Italia, fu trasmessa nel mondo virtuale di Second Life la prima operazione chirurgica di ernia inguinale eseguita con Ultrapro Plug.
Il comune di Roma è stato il più attivo e recettivo a capire le potenzialità di Second Life. E’ possibile visitare i musei capitolini su Second Life raggiungendo, nelle parole di Marina Bellini (avatar: Mexi Lane) responsabile Musei in Comune 2.0, il duplice obiettivo di far conoscere e promuovere le nostre mostre in tutto il mondo e di portare gli avatar ad interagire con le opere. Nel campo proprio della divulgazione e delle mostre Second Life si sta dimostrando interessantissimo e funzionale. Non c’è solo il caso dell’operazione all’ernia di cui sopra. Nascono continuamente dei gruppi che si riuniscono in spazi virtuali e si confrontano. E’ il caso, solo per citarne uno, di Second Phisics, un luogo dove i fisici di tutto il mondo si possono confrontare e nel quale possono interagire con altri avatar portandoli nei luoghi dove si fa la Fisica e spiegandola loro.
Ibm e Intel hanno usato Second Life per far interagire i loro tecnici e manager, Vielife usa Second Life per formare i dipendenti ed interagire con gli utenti del mondo reale.
Su Second Life c’è un’isola che si chiama Imparafacile, un’oasi tutta italiana dove si possono imparare, dall’informatica alla cucina, dalle lingue al bricolage, tante cose.
Su Second Life Antonio Di Pietro ha comprato un’isola.
E tu? Cosa aspetti a promuovere la tua reale attività su Second Life?
3 commenti su “La nuova vita di Second Life al tempo di Facebook e Twitter”