Intelligence&Security. Un business da paura grazie all’11 Settembre

L’11 settembre è stata una svolta epocale per il mondo intero. E le successive rappresaglie americane, Onu e Nato, in Afghanistan come in Iraq hanno successivamente posto all’attenzione delle persone i grandi profitti che, per effetto delle campagne militari in medio oriente, alcune aziende stavano realizzando.
Abbiamo fatto la conoscenza con società ed imprese quali Halliburton, Lockheed-Martin, Bechtel, Fluor, Parsons, TRW e Blackwater.
Qualcuna di queste, come la Lockheed era ormai con l’acqua alla gola, sul filo del default. Le guerre di Bush l’hanno salvata dal fallimento. La moglie di Dick Cheney, vicepresidente Usa, era nel CdA di Lockheed, mentre lo stesso Dick Cheney era stato presidente di Halliburton.
Ma non è questa la sede per indagare o solo porre in luce il “sistema gelatinoso” di Bush&Co. E’ però la sede per porre all’attenzione il business e le opportunità che si muovono intorno alla Security ed all’Intelligence.
Tradurre in italiano il termine Intelligence è impresa ardua, è più facile trovare una parola per il suo contrario: ignoranza o mancanza di informazioni.
La paura, diretta discendente dell’11 Settembre, ha fatto lievitare i costi di tutto ciò che ha a che fare con il termine Security.
Quanti di noi avevano mai sentito parlare di Contractor?
E che dire dei Body Scanner? E dei rivelatori di esplosivi?
E dei sistemi di riconoscimento e sorveglianza?
Per ognuno di questi settori i fatti dell’11 Settembre e seguenti hanno fatto da apripista a nuove commesse e sperimentazioni. Di questa bolla, della bolla della sicurezza o della paura fate voi, se ne sono avvantaggiate maggiormente le società californiane e quelle di Tel Aviv.
Trattandosi, nella quasi totalità dei casi, di dispositivi elettronici si può ben intuire il perché delle start-up californiane; quello meno intuibile è la qualità dei dispositivi israeliani, ma trattasi di una falsa sorpresa in quanto Israele ha sempre dovuto fare i conti con il terrorismo.
E molti delle loro realizzazioni sono state vendute anche alla Francia e all’Italia. In Italia come siamo messi. Tralasciando la deprecabile industria delle mine, possiamo dire che i fucili e le pistole della Beretta sono molto apprezzate all’estero, l’FBI e l’esercito americano usano la Beretta come pistola d’ordinanza. Per quanto riguarda il resto, molto è stato fagocitato da Finneccanica che attraverso le controllate Elsag, Selex, Oto Melara e altre si assicura gran parte delle commesse del sistema Intelligence e Security italiano.
Esiste però lo spazio per iniziative di videosorveglianza, un segmento della security in crescita ed esiste anche spazio per nuove agenzie di vigilanza. In tante ne nascono, ma in tante falliscono perché non ben amministrate o gestite.
Ma esiste spazio per iniziative individuali e sinergie come quelle tra un informatico e un ingegnere ambientale, tra uno che si occupa di radar ed un archeologo.
La sicurezza e la paura ha fatto balenare, con i progressi già fatti, delle nuove ed inaspettate potenzialità.

E allora sotto con la creatività. Non abbiate paura.

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