Vi sono alcune operazioni che un SEO deve sempre evitare nelle sue azioni di ottimizzazione di un sito web. Si rischiano dalle varie penalizzazioni, fino ad essere esclusi dagli indici di Google.
Quando poi succede tornare indietro non sempre è possibile e sicuramente ci vuole tempo e sforzi non da sottovalutare.
Se si sta facendo una ottimizzazione sun un sito web, bisogna conoscere bene quali sono le tecniche che google odia e che vanno contro le sue direttive.
In questo post vediamo le tecniche di ottimizzazione più pericolose:
1) Sovraottimizzazione
Mai abusare di tutte le tecniche di ottimizzazione della pagina! La sovra ottimizzazione può essere dannosa al posizionamento del sito, si rischia penalizzazioni e la possibilità di avere il sito bannato dal motore di ricerca.
Da evitare nella sovraottimizzazione:
– keyword stuffing: Ripetizioni assidue di parole chiave
– Abusare degli attributi “alt” delle immagini e dei “title” dei links
– Eccedere nel numero di links interni con le stesse parole chiave
– Utilizzo delle tecniche di ottimizzazioni simultaneamente e sempre per le stesse keywords
2) Contenuti nascosti (testi e link)
Il motore esige la massima trasparenza, cioè ciò che vede lui lo devono vedere anche gli utenti (questo non scordarlo mai).
Ogni qual volta, google e i suoi concorrenti, si accorgono di un testo nascosto ( colore su colore, o codice non visualizzato, o finestre piccolissime con all’interno testo ottimizzato, ecc..), valuta se penalizzare la pagina e il sito o addirittura bannarlo
Da evitare assolutamente.
Inoltre se non dovesse accorgersi il motore, quando dopo aver raggiunto le prime posizioni, siti concorrenti che analizzano il tuo sito possono denunciare a google l’azione scorretta.
3) Link Building forzato.
Ormai da qualche mese Google ha dichiarato espressamente guerra a tutte le forme di linking volte a migliorare il posizionamento nei propri indici in modo forzato. Fra queste tecniche in primis vi sono:
– Scambio links forzati: non partecipare a nessun circuito di scambio link automatici. Vanno bene alcuni scambi con siti a tema. Rispetta sempre la regola che se il link che ricevi o dai è utile all’utente allora piace a Google.
– Acquisto di link: Attenzione perché Google è assolutamente contrario ad ogni forma di forzatura del linking. Infatti, oggi Google azzera il PR quando si accorge che un sito vende link, anche se da esperimenti fatti non penalizza nelle SERP
– Implementazione troppo rapida dei backlinks. Aumentare in modo esponenziale in un breve lasso di tempo i propri backlinks, può essere estremamente controproducente. Naturalmente si parla di decine di migliaia di links ottenuti in pochi giorni e da siti differenti. Questo perché difficilmente un sito riceve in un solo giorno 10.000 links spontanei. In questi termini consiglio, oltre a spalmare nel tempo le proprie attività di link building, di variare sempre le anchor text dei links e di promuovere non solo l’homepage ma anche le pagine interne.
– Ricevere links da risorse Spam, penalizzate o bannate. In effetti questo punto è molto difficile da gestire, in quanto non dipende direttamente dal SEO, ma da altri webmaster esterni al progetto. Ad ogni modo, è buona norma controllare periodicamente i backlink e segnalare a Google eventuali Spam Engine per far si che vengano rimossi. Anche se Google non penalizza ancora chi riceve il link. Invece, nel caso si ricevano backlinks da risorse penalizzate o bannate (differenti dagli SPAM Engine) consiglio sempre di contattare il proprietario del sito e richiedere l’eliminazione dei links. Anche in questo caso Google non penalizza automaticamente il sito che riceve il link.
– Linkare risorse Spam, penalizzate o bannate. In questo caso, invece, è direttamente il SEO che decide quali e quanti siti linkare all’interno delle proprie pagine. Per tanto consiglio sempre di verificare che le risorse linkare non siano considerate SPAM dai motori di ricerca. Google segue la regola che siti SPAM linkano siti SPAM. Quindi penalizza il sito che link ad una risorsa SPAM, bannata o penalizzata. Ovviamente non basta un solo link ad un sito “non buono” per rischiare ma meglio sempre evitare.
4) Cloacking
Se Google scopre che un sito utilizza questa tecnica lo banna.
Vediamo cos’è. Praticamente vengono realizzate due differenti pagine, una per gli utenti ed una ottimizzata per i motori di ricerca. La prima, naturalmente avrà caratteristiche estetiche e funzionali inerenti al sito, mentre la seconda sarà ottimizzata per il posizionamento sui motori di ricerca.
In questi termini, viene realizzato uno script che in funzione di chi visita la pagina, carica l’una o l’altra parte dello script. Questo avviene attraverso il riconoscimento riconoscimento dell’indirizzo IP dello spider.
Così facendo, mostra la pagina ottimizzata allo spider che la indicizza e la posiziona in SERP, mentre se un utente richiede la stessa pagina vede quella effettiva del sito.
Google, ormai ha sviluppato tecniche molto accurate e se ne accorge velocemente.
5) Doorways
Google riesce facilmente ad accorgersi di questa tecnica, e si rischiano sia penalizzazioni, se utilizzata per una pagina nel sito, se viene utilizzata più volte anche l’esclusione del sito dagli indici di Google. La doorways è una pagina ottimizzata che re-indirizza in modo automatico ad un’altra pagina. In pratica, il motore indicizza una pagina e quando l’utente vi accede, questo viene re-indirizzato su altri contenuti di un’altra pagina web.
6) pagine web programmate con i Frame
Queste tipologie obsolete di pagine, non sono gradite ai motori di ricerca, perché non permettono allo spider di indicizzare correttamente tutto il contenuto delle pagine interne agli iframe.
Nei casi in cui è utile l’inserimento di un iframe consiglio di creare un file robot.txt dove all’interno inserire il comando per non indicizzare quella pagina ( noindex pagina.est )
7) Duplicazione di contenuti senza citare la fonte
Purtroppo molti webmaster fanno copia ed incolla di testo per generare in breve tempo tutti i contenuti delle proprie pagine. Niente di più scorretto per i motori di ricerca (Google in particolare) che, nel migliore dei casi non indicizzano il contenuto ma che potrebbero penalizzare l’intero sito per duplicazione di contenuti.
Ciò non significa che nei nostri siti non possiamo riprodurre altri contenuti (con le dovute autorizzazioni) per i nostri utenti, ma dobbiamo farlo nell’unico modo corretto: lasciando invariati i contenuti ed inserendo un link di ritorno alla risorsa originale.
Nascono sempre nuove stategie per cercare di forzare le posizioni di Google, ma l’unico modo per fare un buon posizioanemento che duri nel tempo è lavorare nel pieno rispetto delle regole del motore di ricerca. Tanto è troppo potente, per non trovare sempre nuove strategie per combattere i “furbi”. Chi invece fa un ottimo lavor nel rispetto di Google nel tempo otterrà risultati eccellenti.
ottimo
Grazie Mauro, ottimo articolo mi è stato utile.
Vorrei chiederti una cosa riguardo lo scambio links forzati: esistono alcuni circuiti semplici tipo hebdotop o risposteatutto che non risultano bannati da google, almeno dalla barra del pagerank non sembra.
Ho scambiato il link con questi, consigli di levarli?
Ciao Simone
grazie della domanda.
Ho dato un’occhiata ai due siti che hai mensionato.
Il primo non mi convince molto mi sembra una directory. Oggi non ti porta molto vantaggio. Poi se avete unoscambio di link secondo me il guadagno come trustrank diminuisce ancora.
Il secondo è un forum, se hai ricevuto un back link da questo forum ( in firma o nei post) anche se nofollow potrebbe esserti utile.
Io ti consiglio di ricevere back link a tema ( se il tuo sito è quello in firma)