Quanto guadagna un notaio?

Arriviamo oggi ad occuparci dei guadagni di una figura professionale leggendaria: il notaio.
Quanto guadagna un notaio? Prima di addentrarci in questioni terra terra andiamo a sfatare qualche leggenda. Si sente spesso dire “i notai esistono solo in Italia”.
Non è così, chi afferma ciò ha in odio qualche notaio o invidia i suoi guadagni.
Il notariato italiano fa parte della famiglia del notariato di tipo latino, questo tipo di notariato è presente in ben 91 paesi del mondo ed in ben 19 paesi dell’Unione Europea.
Siccome le leggende hanno un fondo di verità può darsi che negli altri paesi non si ricorra ad un notaio anche per una delega o per il passaggio di proprietà di un’auto.
Vi starete chiedendo però “quanto guadagna un notaio?”; prima di provare a rispondervi devo dirvi che un’altra leggenda relativa ai notai è vera: sono una casta, e stanno ben attenti a non far entrare, all’interno della confraternita,qualche linea di sangue impura.
Ergo, se non hai un parente stretto (padre) notaio né santi a Roma è difficile, estremamente difficile diventare avvocato. Il concorso per notaio ha poi un non so che di elefantiaco, c’è chi fa lo scritto un anno non sapendo ancora se ha passato o meno lo scritto dell’anno precedente.
Questo sempre per la maniacale attenzione della casta nel tenere fuori gli impuri. Gli studi notarili, come le farmacie, sono dimensionati in base al numero di persone. Pertanto una volta vinto il concorso (se si hanno i requisiti di cui sopra) non si può aprire ed esercitare la professione di notaio dove si vuole, in non rari casi si deve aspettare qualche decesso, proprio così.
Se i politici sono La Casta, i sindacati L’Altra Casta, i magistrati L’Ultra Casta, i notai cosa sono? L’IperCasta? Veri e non leggendari sono anche i guadagni. Ovviamente con qualche distinguo.
Una cosa sono i guadagni di un notaio a Firenze un’altra sono i guadagni di un notaio a Tora e Piccilli (non ridete, questo paese esiste). Ma, in generale, un notaio non deve lamentarsi di quanto guadagna, non in paesi fortemente burocratizzati ove la figura di un professionista garante, come quella del notaio, è necessaria ed indispensabile.
Alcuni governi stanno cercando di ridurre, per le sciocchezze, il ricorso al notaio, ma la casta si sta difendendo con le unghie. Pertanto alla domanda quanto guadagna un notaio non possiamo che rispondere tanto, non meno di 100000 euro l’anno.
Al massimo guadagno di un notaio non c’è invece un massimo

14 commenti su “Quanto guadagna un notaio?”

  1. Ciao.

    In effetti il concorso per diventare notaio è uno di quelli più difficili:
    mi risulta che raramente venga superato al primo colpo.

    Non so se sia vero in assoluto che per vincerlo sia indispensabile essere figli di notaio; certamente, dato che che la preparazione richiede anni, prevede il praticantato e costa un bel po’ di soldi in libri e corsi, aiuta parecchio avere una famiglia benestante, una maggiore facilità nel trovare uno studio dove praticare e poter studiare senza la necessità di mantenersi con un altro lavoro.

    Alla prossima!
    Enrico

  2. Se i politici sono La Casta i L Altra Casta i magistrati L Ultra Casta i notai cosa sono? ……………Verranno approfondite le rocce dove sono impresse le famose ciampate del diavolo Lo scienziato che annuncio al mondo di aver scoperto a Tora e Piccilli le piu antiche impronte appartenenti ad un nostro antenato portando il piccolo……………..

  3. Il post parte bene… ma finisce nel luogo comune.
    Il Notaio è un Pubblico Ufficiale. Ha funzione di controllo di legalità nelle transazioni, esattamente come ce l’ha il magistrato. Il Notaio agisce prima del processo, al fine di evitare la lite. Il magistrato successivamente.
    Detto questo al Notariato si accede per concorso pubblico, gestito interamente dal Ministero della Giustizia.
    Meno di due notai su dieci sono figli di notai. La percentuale di Notai figli di Notai e’ infatti di circa il 13%. E questo proprio grazie alla selettivita’ e durezza del concorso.
    E’ bene poi distinguere il guadagno, dal costo. Il guadagno e’ un concetto che di importanza relativa. Cerco di spiegarmi con un esempio: se vado all’IKEA, non mi interessa tanto quanto guadagni IKEA ogni anno, quanto piuttosto quanto costano i suoi mobili. E’ il costo che deve interessare e non il guadagno. In questo senso, il notaio costa molto poco. Circa un decimo di quanto costa un’agenzia immobilare ad esempio, con tuttavia responsabilita’, competenze ed oneri nemmeno paragonabili.
    Le somme ulteriri che vengono versate sono le imposte. I notai ogni anno raccolgono e versano allo stato circa 7 miliardi di euro di imposte, senza alcun aggio o costo per lo stato.

    Un esempio puo’ chiarire: nelle compravendita di un immobile di Euro 500.000, il notaio percepisce come onorario circa Euro 2000.
    Un’agenzia immobiliare in genere il 3%, da parte di acquirente e venditore. In totale quindi Euro 30.000.
    Tutto il resto sono chiacchiere senza riscontro nella realta’.

  4. Eugenio grazie per il tuo commento.
    Mi trovi d’accordo sulla prima parte ( quando parli che il notaio è un pubblico ufficiale ) mi trovi meno d’accordo sul discorso dei guadagni dei notai.
    Il paragone con le agenzia immobiliari è poco calzante se si tiene in conto che un agente immobiliare deve venderlo l’immobile, mentre il notaio, nella maggioranza dei casi non ha bisogno di vendere nel vero senso della parola.
    Per quello che riguarda la % dei notai figli di notaio, non posso controbattere ma mi piacerebbe conoscere quanti notai ci sono che non sono parenti di un notaio o che ereditano l’attività. Insomma mi piacerebbe conoscere la % di quelli che vincendo il concorso notarile poi effettivamente diventano notai.
    Ovviamente penso sia superficiale rispondere l’87%.

  5. ….Chi vince il concorso è Notaio e volta asseganta la sede esercita come tale.

    Lo studio non è ereditabile a meno che nel distretto in cui è ubicato ci sia una sede vacante messa a concorso ed altri notai con punteggio in graduatoria superiore non se la aggiudichino.

  6. Una tempesta di luoghi comuni.
    Il passaggio di proprietà delle auto non è più di competenza del notaio ormai dal 2005.
    Chi scrive quindi mesta nel torbido.
    Oltretutto il notaio guadagnava, dei famosi 400 euri di cui si fantasticava per i passaggi di auto, ben 20 (venti) euri… il resto erano tasse.
    Oggi i passaggi auto costano 500 euri, perché le agenzie (legittimate a farli) si prendono più del notaio.
    Per tutto il resto, l’articolista rivela assoluta disinformazione, forse filtrata alle sue orecchie dai soliti ambienti dei soliti informatissimi tipi da corridoio.
    I posti da notaio sono organizzati dalla legge come quelli dei giudici: ogni anno il ministero, in base ai decessi e ai trasferimenti, riassume quanti posti si sono liberati in pianta organica (i posti sono predeterminati secondo una tabella rivedibile decennalmente, secondo il numero di abitanti dei distretti e dei comuni, attualmente un notaio ogni 7000/8000 abitanti) e mette a concorso tra TUTTI I CITTADINI laureati in legge che abbiano fatto almeno 1 anno e mezzo di pratica notarile presso uno studio i relativi posti.
    Il concorso si svolge a Roma, NON E’ TENUTO NE’ DOMINATO NE’ CONTROLLATO DA NOTAI (ci sono solo 2 notai in una commissione di dieci tra professori universitari e soprattutto magistrati) e per fortuna, come si sa, è durissimo e selettivo: e ciò non certo perché i notai vogliano escludere i poveri diavoli, ma proprio perché lo Stato vuole che la persona cui venga conferito il potere di certificazione per conto di esso Stato sia persona estremamente preparata, responsabile e affidabile.
    Personalmente, io sono figlio di un segretario di scuola, e sono diventato notaio nove anni dopo la laurea e 4 concorsi, senza alcun appoggio né raccomandazione (che sarebbe stata comunque impossibile); tutti i colleghi che conosco hanno fatto lo stesso iter mio più o meno, e solo 1 tra 20 che conosco bene è figlio o nipote di notaio.
    Conosco moltissimi figli di notaio che non hanno mai passato il concorso e fanno ormai l’avvocato o altri lavori.
    Mi chiedo davvero perché il primo tuttologo debba mettersi in cattedra a scrivere sciocchezze simili, tipo posti che si liberano in morte (i posti sono predeterminati, e i vincitori di concorso li vanno a coprire) o resistenze della casta per i nuovi arrivi (che casta sarebbe quella che non può neanche controllare i nuovi iscritti? non capisco davvero).
    Chi vince il concorso è notaio, punto, e tutti possono vincerlo avendo i requisiti; e i figli di notaio sono come gli altri, se studiano vincono, altrimenti faranno altro.
    Non avviene così per i giornalisti, per molti farmacisti, per i politici, per gli scrittori, per i personaggi dello spettacolo ecc.ecc.: sono tutti figli di qualcuno.
    E allora?

  7. Salve Sig. Giuseppe Pesce sono uno studente al secondo anno di giurisprudenza e una volta laureatomi vorrei partecipare al concorso notarile.
    Sarebbe opportuno iniziare a prepararmi sin da ora in merito agli argomenti oggetto del concorso?
    Se lei lo reputasse opportuno potrebbe consigliarmi quali argomenti studiare e da quali testi? Se vuole può rispondermi anche in privato questa è la mia mail pasquale.margherita@hotmail.it
    La ringrazio in anticipo, aspetto sue notizie.
    Cordiali saluti, Pasquale Margherita.

  8. Concordo pienamente con quanto ha scritto il notaio Pesce. Mia figlia ha vinto l’ultimo concorso pur non essendo figlia ne nipote di notaio ma solo “figlia”della sua volontà’ del suo impegno e del suo sacrificio. Studiare in maniera direi io “indecente” , rinunciare spesso a “giochi e trastulli” che molte ragazze alla sua eta’ giustamente fanno, seguire le lezioni presso una scuola di notariato un giorno a settimana per due anni a Napoli per una persona residente in provincia di Reggio Calabria non merita secondo voi un premio? Premio che sara’ equiparato alla sua sola ed esclusiva professionalita’. Per concludere sarei felice che la gente si informasse prima di emettere giudizi. Con cordialita’, Giuseppe Tripodi

  9. Caro signor pesce, capisco la sua straordinaria abilità da avvocato ad irretire qualche commentatore ingenuo o forse poco scaltro, ma lei tenta invano di spostare l’attenzione su alcune macroscopiche peculiarità tipiche del notariato latino italiano. Come lei scrive, dopo decenni di atti notarili fatti per la compravendita di autovetture, nel non lontano 2005 la casta notarile ha perso questo grande privilegio…se è pur vero che un notaio acquisiva il minimo compenso di “20” euri, è anche vero che un notaio mediamente redigeva qualche migliaio di atti di vendita…voglaimo fare un conto tra immatricolazioni e passaggi di proprietà nei vari anni dividendoli per i 5000 notai italiani? senza dubbio non parliamo di grandi cifre…ma è anche vero che il notaio non doveva certificare nulla oltre il tipo di autovettura e le generalità di acquirente e venditore. se considera poi che per ogni macchina usata spesso si redigeva precedentemente anche una procura a vendere, i compensi raddoppiavano. lei pensa in onestà che un notaio negli anni precedenti il 2005 non redigesse mediamente una ventina di atti giornalieri? stiamo parlando di un guadagno giornaliero di circa 400 euro. se la matematica non è un’opinione. e per fare cosa? per accertare che “tizio” vende a “caio” l’autovettura con targa telaio e prezzo…tutto rigorosamente su prestampati, ovvio! Oggi, questa operazione la si fa al comune con qualche centesimo di euro! Lei dice invece che oggi un’agenzia automobilistica guadagna non si sa quali compensi: innaznitutto oggi ognuno è libero di andare al PRA a registrare il proprio atto di vendita, senza passare per le agenzie. qualche anno fa l’atto notarile era semplicemente obbligatorio. mi dica lei se era un privilegio da poco. Per altro questa funzione non era svolta dai notai di altri paesi europei. lei saprà bene che il notaio di tipo latino non esiste in paesi quali la danimarca la svezia la finlandia gli stati uniti…e non mi venga a dire che non sarebbe auspicabile per il nostro paese aderire ai sistemi burocratici e più in generale della pubblica amministrazione dei paesi citati! le mie argomentazioni sulle auto le si potrebbero traslare, con un costruttivo contributo di una pubblica amministrazione efficente, anche sulla compravendita degli immobili. mi dica lei perchè, una volta censiti dettagliatamente tutti gli immobili presenti sul territorio nazionale, costituendo un istituto che racchiuda in sè i compiti degli uffici tecnici comunali e gli uffici catastali (che oggi risultano operare ancora disgiuntamente), non sia possibile effettuare compravendita di immobili innanzi ad un pubblico ufficiale stipendiato dalla collettività. questo per esempio accade nel Land di Baden-Württemberg, regione tedesca in cui esistono notai dipendenti statali. Ecco, considerato che lei cita l’esempio dei magistrati, le ricordo che il magistrato è pagato della stato e non può esercitare alcuna libera professione. dunque il suo paragone non regge. io non discuto la difficoltà dell’esame (anche se nella mia piccola cittadina su 5 notai 3 sono figli di notai e se vuole in privato le faccio nomi e cognomi, tutti e 5 per altro napoletani…forse lei potrebbe suggerirmi qualche spiegazione in merito.). tuttavia la invito a commentare qualche piccola banalissima proposta: 1) apriamo il concorso ad un numero maggiore di candidati considerata la professione di libero professionista; 2) eleminiamo domani mattina stessa il cartello delle tariffe; 3) togliamo ai notai l’incombenza di redigere quegli atti dallo svolgimento normale in cui necessitano semplicemente un titolo di proprietà un compratore un venditore e un documento che certifichi ufficialmente l’inesistenza di atti ipotecari e certifichi altresì che l’immobile da vendere sia libero da qualsiasi vincolo. 4) facciamo in modo che lo stato assuma domani mattina 5000 notai a stipendio (le vanno bene 4000 euro mese netti)che abbiano la funzione di svolgere qualsiasi atto di vendita costituzione di società iscrizione di ipoteche ecc. ecc. dopodichè ogni cittadino sarà libero di rivolgersi al pubblico o al privato, un po’ come accade con la medicina…ci sono medici pubblici e medici privati…unicuique suum! poi le distorsioni accadono quando il pubblico entra nel privato e viceversa.
    In ultimissimo le ricordo che costituire una società in italia costa mediamente 2600 euri; in francia circa 90…lei non crede che a questo squilibrio in qualche modo contribuiscano anche i notai italiani? attendo fiducioso una sua risposta

  10. egregio sig. Alessandro, io non irretisco nessuno; infatti, contrariamente a ciò che lei ipotizza, io non sono avvocato, e francamente ne sono anche contento.
    lei si riferisce alle compravendite di auto, rimaste di competenza del notariato fino al 2005: mi sembra un gioco fin troppo facile parlare di cose che non esistono più da 7 anni.
    lei inoltre confonde, in modo estremamente strumentale, i guadagni e i ricavi, dimostrandosi poco a conoscenza dei costi di una struttura di servizi.
    visto che parla di auto, torniamo a 10 anni fa.
    personalmente autenticavo, fino al 2003, anno nel quale ho lasciato questo servizio perché non potevo più occuparmene, circa 300 passaggi auto al mese, concentrati il sabato mattina e il giovedi sera, nel bacino di mia competenza.
    queste autentiche, ivi comprese le autentiche di procure fatte ai concessionari o ad altri soggetti, mi fornivano un ricavo di euro 6000 mensili.
    avevo 2 persone che lavoravano da me prevalentemente in questo settore, che seguivano la repertoriazione e la fatturazione per questo genere di lavoro, nonché tutte le grane connesse (lei non immagina, e si capisce da quel che scrive, come sia organizzato uno studio professionale nel mio settore e a quali e quante persone occorre prestare attenzione e immediato riscontro); prendevano uno stipendio netto mensile di euro 1200 ciascuna, che moltiplicato due (come si sa, per inps e oneri sociali) mi danno un costo mensile di euro 2400 ciascuna, e quindi di euro 4800 globale.
    lascio a lei valutare il lauto guadagno che ne traevo, a fronte di un impegno di assistenza non indifferente e di una responsabilità che le auguro di provare, qualche volta.
    nei 13 anni in cui mi sono occupato di questo servizio, infatti, ho avuto contenziosi circa 15 o 20 volte, per carte di identità falsificate o morti improvvisamente tornati in vita o procure false.
    lei non immagina quante truffe esistano nel mondo del commercio di auto, e non immagina nemmeno quanti cittadini, ora che non c’è più un controllo di legittimità, siano vittime di imbrogli e raggiri.
    altro che svezia, finlandia e danimarca…!
    alcune volte le cose hanno avuto degli strascichi giudiziari penali, su mio rapporto, e i responsabili hanno subito processi.
    questo è stato uno dei motivi per i quali, prima che lo Stato togliesse ai notai l’esclusiva di queste autentiche, ho preferito smettere di occuparmene fin dal 2003.
    con la profonda arguzia e intelligenza che lei dimostra nel suo scritto, potrà facilmente comprendere che uno non è stupido, a rinunciare a ben 1200 euri lordi mensili… quindi una ragione ci sarà.
    io non posso essere una persona di parte, ma rappresento lo Stato, esattamente come i magistrati; infatti intitolo gli atti alla Repubblica italiana.
    gli avvocati e i commercialisti non lo fanno perché non rappresentano lo Stato ma solo i loro clienti.
    non so davvero se sia più conveniente per i cittadini che del settore della pubblica fede si occupi uno stipendiato dallo stato (cioè dalla collettività, quindi anche da chi non ne usa), che di per sé non risponde di errori anche mediati (si sa che lo Stato non risponde degli errori, guardi i magistrati), o un professionista di alta specializzazione che agisce in nome dello stato allestendo con mezzi propri lo studio, il personale e tutti i beni strumentali.
    lei mi parla di uffici che certificano proprietà, libertà da ipoteche, e altre cose, come se stesse parlando di un Paese a diritto bloccato e cartolare; dimentica che il diritto privato, e non solo in Italia ma anche in tutti i Paesi continentali, è un sistema codificato di diritti reali estremamente diversificatie viventi, e che una semplificazione del genere non è possibile, e non è neanche pensabile che se ne possa occupare un ufficio che non abbia un professionista del diritto, ferrato e indipendente e soprattutto responsabilie, a dirigere tutta la pratica, magistrato o notaio che sia.
    ho vissuto qualche anno nelle vicinanze di Friburgo in Brisgovia e so bene, per essermene servito, come lavora il notaio pubblico del Baden-Württemberg, che vedo che conosce bene, ma anche nel cantone di Zurigo: egli è comunque un magistrato e non il primo impiegato che passa per strada, e nonostante colà viga il sistema tavolare, non si limita affatto a fare il passacarte (come lei surrettiziamente ipotizza quando parla di atti facili), ma raccoglie dichiarazioni pubbliche aventi un senso negoziale, e istrada la contrattazione sui binari della legalità, del lecito, del risparmio dei mezzi giuridici… insomma quella stessa funzione di adeguamento che in Italia, in Svizzera sud e ovest, in Francia, in Belgio, in Olanda, in Spagna, in Portogallo, in Baviera, in Austria, e in quasi tutta l’Europa dell’est, e nella maggior parte dei Paesi dell’Asia, e da poco anche in Louisiana negli USA, e probabilmente presto anche in Florida, svolge il notaio di tipo latino.
    non si vede perché tutti questi Paesi siano da meno dei tanto ammirati Paesi scandinavi, da sempre portati a esempio ma che con noi, caratterialmente e organizzativamente, hanno da spartire ben poco.
    Lei ha idea delle truffe immobiliari che si svolgono nei paesi di common law, e quanto costano gli almeno 2 avvocati che devono essere assunti per concludere una transazione immobiliare che stia in piedi? e che, detto per inciso, non si dà certezza che vada utilmente in porto?
    Le truffe che si svolgono in Italia, e ancor meno in Francia (dove il notaio trattiene persino il prezzo della vendita per un congruo tempo), a paragone di quei Paesi anglosassoni, sono pochissima cosa…
    si informi.
    il notariato latino, al contrario della magistratura ordinaria (che lavora con strutture fornitegli dallo Stato riscuotendo uno stipendio, piuttosto lauto direi, ed è in pratica priva di responsabilità civile), opera con strutture proprie che si fa remunerare dai clienti, e risponde personalmente di tasca propria di errori e omissioni, affiché la certezza del diritto e dei diritti siano garantite.
    per entrambi è interdetto l’esercizio di altre professioni, salvo casi marginali.
    con facile giudizio lei dice: eliminiamo l’intervento professionale notarile per gli atti facili.
    se lei avesse mai lavorato in questo settore, e da quello che dice devo pensare che non lo abbia fatto, potrebbe facilmente capire che sta dicendo cose che purtroppo non hanno riscontro nella realtà, perché anche la vendita di un canile comporta una tale e tanta problematicità che, mi creda, nessun avvocato e nessun commercialista (le due categorie che smaniano di sostituirsi alla nostra e che per farlo sono disposte a tutto, anche ad assoldare ambra angiolini su la 7 come avvenuto 4 gg fa) avrebbe la preparazione per farlo in maniera professionale, e soprattutto indipendente e distaccata da interessi particolari di un cliente, e il contenzioso aumenterebbe a dismisura.
    purtroppo, come accade il lunedi dopo le partite, tutti si sentono allenatori, ma messi al confronto con i problemi reali molti soccombono.
    io non conosco la sua cittadina invasa da notai napoletani (non so se per lei sia un bene o un male: i notai napoletani, per tradizione, sono tra i più preparati, e io non sono napoletano, tengo a precisarglielo per tranquillità di giudizio); ma so solo che quei notai, per quanto napoletani, hanno anche loro sostenuto un concorso cristallino, che – come è avvenuto recentemente – viene annullato al minimo dubbio, hanno certamente una preparazione che la tutelano da ogni evenienza e ogni problema lei possa avere, e se sono figli di notaio è solo perché hanno deciso di provare a fare lo stesso lavoro del padre.
    è stigmatizzabile tutto questo?
    la differenza tra loro e giovanni agnelli, luca cordero, alessandro gassman, bice biagi, bianca berlinguer, e tutta la pletora di figli di, del fabbro, del salumiere, del macellaio, del capitano d’industria, è che essi hanno dovuto sostenere un pubblico concorso, e lo hanno dovuto vincere, mentre quelli che le ho appena detto semplicemente hanno iniziato a fare quel lavoro presentati, direttamente o indirettamente, dal relativo padre, seguendone le orme e l’avviamento professionale.
    quando qualcuno mi dirà che è etico che il figlio del giornalista faccia il fabbro e il figlio del fabbro faccia il giornalista, io gli risponderò che magari è anche etico, ma che il contrario è ciò che avviene più frequentemente.
    la cosa importante è che, come avviene per il notariato, e in genere per tutte le professioni sottoposte a concorso, come magistratura o dirigenza statale intendo, ci sia la concreta possibilità che il figlio del fabbro o di un qualunque impiegato possa aspirarvi e accedervi: cosa che avviene senza ombra di dubbio.
    altrimenti io non sarei qui a risponderle.
    forse persino lei fa parte dei tanti praticanti per l’accesso a un’abilitazione professionale.
    come lei sa, adesso con facile operazione demagogica hanno abolito le tariffe fisse per il notaio (che quindi nel medio termine aumenteranno, ma questo non lo dicono) e aumentato le sedi notarili (che non si copriranno nell’immediato, perché non si riesce neanche a coprire i posti a concorso, tanto è difficile il concorso); se anche le dovessero coprire, si spera che molti notai che oggi hanno un surplus di lavoro vedano svuotati un po’ gli studi, licenzino un po’ di personale, e questo flusso di lavoro e di personale prenda la strada delle nuove generazioni di professionisti: è quello che tutti noi notai auspichiamo, perché e purché venga salvaguardata l’accuratezza della prestazione e la certezza della funzione nell’interesse dei cittadini.
    visto che si intende tanto di parcelle per costituzioni di società, le ricordo io quali sono le tariffe: società di persone, 600 euri di tasse e 900 euri di onorario di notaio; s.r.l., 750 euri di tasse e 1100 di onorari. come vede, qualcuno deve averla gabbata, perché lei ha pagato 2600 euri per un servizio che non li valeva.
    può sempre costituirla in Francia, tanto la società francese può regolarmente operare in Italia… certo, avrà bisogno di un commercialista, per curare la sede secondaria, l’iva, l’inps, l’inail, il registro imprese, l’agenzia delle entrate, i libri, i bilanci, e insomma tutte quelle cose per la quali il notaio proprio non occorre!
    tranquillo: se ha davvero pagato 2600 euri, ed è un’operazione fatta PRIMA della liberalizzazione della tariffa, può rivolgersi al consiglio notarile e far chiamare il suo notaio a render conto del maltolto; se invece è un’operazione fatta DOPO la liberalizzazione, “chi ha avuto avuto, e chi ha dato”: it’s the market, babe!

  11. Buona sera,
    Asserisco quanto sopra è stato precedentemente esposto, ed anzi consigliere l’astensione dal divulgare notizie futili e viziate da fonti non prettamente sicure quali luoghi comuni e leggende metropolitane che abbiano ad oggetto un argomento di tale rilevanza.

    Or bene, vorrei porgere un quesito all’esperto in materia, il Notaio Giuseppe Pesce, in ordine al tirocinio.
    Espongo brevemente:
    Per motivi di Privacy non scrivo il nome per esteso.
    Mi chiamo Andrea D
    attualmente ho 22 anni, iscritto al II anno di Giurisprudenza,vorrei, una volta conseguita la laurea, adoperarmi al tirocinio presso un Notaio, la persona in questione è il mio docente, per motivi di etica e morale non voglio forzare i tempi chiedendo direttamente informazione in merito a quanto sopra indicato…
    La domanda è la seguente: Primis: Il voto di Laurea funge da elemento rilevante?qual’è l’iter per presentarsi in uno studio in modo professionale senza cadere in facili errori? Posso fare il praticantato in qualsiasi città?
    in attesa di una sua autorevole risposta alla email: corelli89@libero.it invio C.saluti

  12. Buona sera Andrea,
    mi scuso per il grande ritardo con cui le rispondo, ma entro in questo sito molto sporadicamente, e spesso per caso.
    i suoi interrogativi sono comuni a quelli di molti suoi colleghi.
    le racconto la mia esperienza quale aspirante praticante.
    entrai nello studio di un notaio circa 6 mesi prima della laurea, nel 1981, a Milano.
    mi trasferii a Milano, da Roma ove studiavo e risiedevo, in quanto un mio collega di studi mi disse che a Milano i notai pagavano ai praticanti una parvenza di stipendio, mentre a Roma non davano neanche un rimborso spese… e per me, che dovevo contare solo su me stesso, era importante ricevere uno stipendio.
    non so se la situazione sia cambiata, adesso.
    comunque, il notaio al quale ero stato presentato, per telefono, dal padre di questo mio collega di studi, stava per l’appunto cercando un praticante, ma pare avesse avuto cattive esperienze.
    fu molto cordiale, e mi disse che non voleva vedere alcun libretto né alcun voto di esame, ma solo sapere una cosa: di quanti libri si componesse il codice civile.
    alla mia risposta, per fortuna esatta, passò al tu e mi disse: il posto è tuo.
    ho iniziato così, a 23 anni, e devo dire che ho fatto un percorso novennale, con 4 concorsi, tuttavia piacevole e pieno di spunti e di lavoro.
    come mi comporto con chi vuol svolgere la pratica da me? porte aperte e accoglienza fiduciosa… poi sta al praticante saper farsi valere, io non ho più grande possibilità di leggere tutti gli articoli delle riviste specializzate o di cercare tutte le sentenze rilevanti, mentre cerco di aggiornarmi quotidianamente nel settore teorico-pratico; un bravo praticante, che approfondisca le questioni prettamente teoriche, dottrina e giurisprudenza, anche con la frequenza a una scuola di notariato, e osservi anche come si lavora, potrebbe affrontare il concorso con meno patemi d’animo, e un domani, divenuto notaio, potrebbe affrontare la professione con gli strumenti adatti.
    il voto di laurea non ha alcuna rilevanza.
    presentarsi in studio? da me, senza alcuna formalità; in genere si prepara e si invia un curriculum, si sta attenti a non scrivere qual è con l’apostrofo (…per esempio…), e più si è schietti meglio è; in genere la retribuzione arriva dopo qualche mese, non è sempre generosa, e comunque dipende dalla quantità e qualità del lavoro che il praticante, oltre allo studiare, fornisca al notaio.
    per quanto mi riguarda, durante il periodo di pratica, qualche mese dopo l’inizio, io svolgevo il lavoro di due impiegati, e avevo alcuni pomeriggi liberi, prendendo lo stipendio di un impiegato; studiavo alla mattina presto e nei week end.
    lo rifarei perché questo lavoro è appassionante, al di là dei guadagni che sono meno importanti, al netto, di quanto la gente creda.
    gli errori più semplici sono quelli di non avere abbastanza senso di concretezza, di avvicinarsi alla professione con un coacervo di nozioni assolutamente teoriche, e di non avere abbastanza umiltà… ma anche quello di averne troppa, e non riuscire a trovare il bandolo della matassa, girando a vuoto senza concludere molto: in fondo, è anche importante capire se la rinuncia all’usufrutto sia o meno una donazione indiretta, ma è importante anche conoscerne la tassazione e soprattutto…. prepararla, venire al dunque, concretizzare le proprie conoscenze teoriche.
    puoi fare il praticantato ovunque, tanto il concorso è uno solo, nazionale, e si svolge a roma.
    saluti e in bocca al lupo.
    gp

  13. Francamente questa polemica contro i notai è proprio ridicola. E’ alimentata da gente ignorante e soprattutto invidiosa.
    I notai in Italia sono una delle poche eccellenze che bisogna mantenere in vita!

  14. pare evidente che alcuni commenti sono scritti da notai, beh io sono un’impiegato di un notaio, e vi garantisco che guadagnano molto, per 2 motivi: uno per le entrate che hanno e la seconda per le NON uscite che hanno. Per non uscite intendo che gli stipendi degli impiegati fanno schifo, il contratto nazionale è penoso proprio perchè va contro una Casta, non danno niente in più, ne rimborsi spese, ne straordinari, ora si lamentano pure per il consumo della carta da fotocopie, per la carta igienica, per la luce, il riscaldamento……vorrei dirvi che siete dei pezzenti, nemmeno io che ho uno stipendio da barbone faccio caso a spengere una lampadina se devo riaccenderla fra 2 minuti. Aprite gli occhi e mettetevi una mano sulla coscenza, vi preoccupate dei vostri guadagni, ma sono i vostri impiegati (sempre disponibili) che fanno la fame, non voi

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