I bambini (ed i teen) di oggi sono quelli che i sociologi, sempre pronti ed usi ad affibbiare delle etichette per meglio categorizzare le tendenze e la società, chiamano i nativi digitali. Per la verità, qualcun altro chiama i giovani di cui sopra la generazione touchscreen. Ci sono delle novità interessanti in tal senso.
La tecnologia ha scelto di venire incontro al mondo touchscreen e a quelle persone, più attempate, che si sentivano rassicurati nel sentire il clic sotto le dita. Una sensazione sensoriale di sicurezza che non va sottovalutata.
Ed infatti qualcuno sta lavorando per cercare di reintrodurre quella sensazione sui display.
L’operatore telefonico giapponese Kddi ha infatti mostrato, in via sperimentale, un prototipo di smartphone corredato di schermi aptici, capaci di restituire, attraverso sensori di pressione e opportuni materiali piezoelettrici, la sensazione di schiacciare un tasto e non di poggiare il dito su una semplice superficie di vetro più o meno trattato e prezioso.
Chi lo ha provato ammette che trattasi di una buona soluzione, una tecnologia-ponte capace di assecondare tanto la sensazione tattile e fisica dei vecchietti quanto la touchscreen-mania che sembra animare chi ha meno di 20-25 anni.
La tecnologia c’è, si aspetta una prova sul campo capace di tradurre in certezza quello che oggi è nulla più che un tentativo. Se andrà male, dicono dalle parti di Kddi, potremo sempre utilizzare questi schermi per i videogiochi, soprattutto per quelli in po’ più violenti.
Questi schermi aptici infatti potranno essere usati anche come misuratore della forza dei colpi. Staremo a vedere.