Le cose sembrano succedere per caso, ma a volta mi vien da pensare che c’è un sottile filo che unisce alcuni miei pensieri e alcune mie azioni.
Il 4 giugno sul mio profilo Facebook ebbi la bella pensata di riportare in auge (si fa per dire!) la storia di Grigorij Perelman, il geniale matematico russo che ha rifiutato il premio messo in palio dal Clay Institute e finanziato da Landon T. Clay.
Un premio consistente, parliamo di un milione di dollari, a maggior ragione per un uomo che sembra essere scomparso dai radar della civiltà.
Non insegna più, Perelman; e nessuno sa dove sia né cosa faccia. Qualcuno ritiene stia raccogliendo e studiando funghi, un tipo di studio che preso seriamente non è più semplice della matematica.
Ma sto divagando. Riportiamo i pensieri sul binario.
Perelman ha risolto la Congettura di Poincarè, una cosa che peraltro spiegherebbe la “particolare” struttura del Paradiso di Dante Alighieri.
Landon T. Clay, un milionario americano con la passione per la matematica, decise nel 1998, scimmiottando un poco i problemi di Hilbert del 1900, di premiare con un milione di dollari i matematici che avrebbero risolto alcuni problemi, subito ribattezzati, con ben poco acume e fantasia, Millennium Problems.
A oggi, solo Perelman sarebbe riuscito nell’impresa.
Ebbene, la notizia più recente è che un altro matematico statunitense, il texano Andrew Beal ha deciso di premiare con un milione di dollari (circa 762.000 euro) lo scienziato o il dilettante dotato che risolverà una congettura. La sua congettura: la Congettura di Beal.
A^x+ B^y = C^z
Con A, B, C, x, y e z interi positivi e con l’ulteriore condizione di x, y, z maggiori di 2. Il premio verrà elargito provando o confutando l’equazione.
Semplice, giusto? Non proprio.
Il texano è un appassionato della teoria dei numeri e ha fatto una fortuna come banchiere e imprenditore, anche se la sua ultima avventura, la Beal Aerospace, una società per il lancio di satelliti commerciali, è stato un flop.
Beal è uno abituato a far parlare di sé, poco più di 10 anni fa fece parlare di sé come giocatore di poker; alcuni dei più noti professionisti lo sfidarono pensando di tener testa alla strategia e alle mirabolanti puntate del miliardario.
In un solo giorno, Beal vinse 11 milioni di dollari al tavolo verde.
In realtà la cosa, intendo la Congettura di Beal, non è proprio di questi giorni. La sfida ai matematici dilettanti e professionisti di tutto il mondo il texano l’aveva già lanciata nel 1997. Allora Beal stabilì un premio di 5.000 dollari, cresciuto poi negli anni fino ad arrivare a 50.000 dollari, 100.000 dollari nel 2000 e 1 milione di dollari nel 2013.
Beal, rimase folgorato – come dargli torto?- dalla storia del leggendario teorema di Fermat, un enigma che ha attraversato i secoli e fatto piangere migliaia di menti fervide e dotate.
Inutile dire che la sua Congettura riecheggia il Problema di Fermat risolto nel 1994 da Andrew Wiles, matematico della Princeton University.
Il punto è che negli Usa non è affatto inusuale che persone facoltose mettano in gioco dei soldi, tanti, al fine di spronare giovani scienziati e non a trovare delle soluzioni a problemi a volte teorici altre volte tecnici. E nel caso della matematica il confine tra teoria e pratica è molto labile, basti pensare che le proprietà dei numeri primi (matematica pura) hanno una applicazione nei codici che garantiscono la nostra sicurezza nelle transazioni elettroniche.
Quante volte ci siamo trovati in una simile situazione in Italia? Quando un imprenditore o un industriale ha lanciato una sfida scientifica e tecnologica alle menti del Paese e non solo?
Mai.