Instantempo nei fumetti

Instantempo è uno stato, nient’altro che uno stato dell’essere perso nei meandri del Cyberspazio.
Mi sono imbattuto la prima volta nella parola instantempo leggendo il fumetto Bonelli Nathan Never, il primo fumetto italiano fantascientifico ed il primo fumetto italiano pensato e realizzato a valle di una preliminare ricerca di marketing. Sigmund Baginov, il genio polacco dei computer dell’Agenzia Alfa del nostro eroe, descrive l’instantempo come un momento della rete, della matrice del Cyberspazio nel quale, in virtù di una sorta di deprivazione sensoriale si può navigare, combattere e morire. Già, anche morire. Perché l’instantempo è di per sé mutevole, soggetto a mutazioni dovute principalmente a variazioni dell’energia della rete; rete che a volte è chiamata anche dal polacco che ama invocare la Vergine di Czechowa, Matrice. E qui il riferimento a capolavori come Neuromante di Gibson e a profeti del Cyberpunk come Bruce Sterling è chiaro, Lapalisse direbbe qualcuno.
L’instantempo come prateria da violare, gli hacker come novelli pirati e cowboy, quelli che amano scorrazzare non tanto nelle praterie e nei mari quanto nell’etereo spazio della rete, del web. Il primo speciale, Cybermaster, di Nathan Never è un omaggio a questi maestri della fantascienza, alla matrice, alla rete e quindi all’instantempo. Fatta questa premessa passiamo a dire che, marketing o non marketing, la serie di Nathan Never è stata veramente azzeccata, l’anno prossimo compirà 20 anni e non li dimostra. Di tanto in tanto mostra un po’ la corda, ma nel momento in cui, nell’instanempo verrebbe da dire, comincia a perdere consenso la banda dei tre sardi (gli autori Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna) e gli altri autori se ne vengono fuori con una qualche storia o saga capace di far rivivere i primissimi tempi, pionierismi ed un po’ eroici, di Nathan Never. Dicevamo che Nathan Never è stato uno spartiacque Bonelli tra un prima ed un dopo.
Un prima dove si andava un  po’ a sensazione, e dove per un Dylan Dog che “ti scoppiava per le mani” si chiudevano i vari Ken Parker, Gil, Bronco e Bella, e un dopo che, pur vedendo impegnanti gli esperti di Marketing, vedeva ugualmente partoriti aborti fumettistici quali Napoleone, Jonathan Steele e Gregory Hunter. Anzi quasi quasi era meglio prima. Il concetto di instantempo ritorno in modo prepotente con Dampyr, un mezzo vampiro che ha come obiettivo quello di ripulire il mondo da vampiri che sembrano essere umani e che riescono a sopportare la luce del sole. In Dampyr l’instantempo è il tramite per accedere a una infinità di multi universi, i fisici quantistici sanno di cosa sto parlando, il motore per accedervi sono due svastiche rinvenute nell’Asia centrale. Sentite puzza di arianesimo? No, perché la realtà è molto più complessa e si perde nei meandri dell’instantempo di Harlan Draka e soci.

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