Personal Branding e Reputation Web? Non solo Klout.

Un po’ di tempo fa avevo parlato di Klout, e di come negli Usa sia uno strumento tenuto in una qualche considerazione dai cacciatori di teste, dagli scalper per imprese e multinazionali.

Ma così come non c’è solo Facebook come social, parimenti non c’è solo Klout come misuratore del personal branding o della reputation web.

Qualche impresa italiana comincia a dare una occhiata a questi strumenti, l’obiettivo sarebbe quello di poter contare su queste persone, ritenute autorevoli e influenti per qualche settore, come veicola tori di un prodotto, una idea, un servizio.

Persone che riescono a far emergere la loro voce nel mare magnum delle informazioni; persone che, of course, hanno un notevole seguito di seguaci, amici, etc.

Gli strumenti più conosciuti e usati per misurare reputation web e personal branding sono Klout, Kred e Peerindex. Ma non sono i soli. Ci sono altri software e altri programmi che rimandano e riportano a qualcosa del genere.
C’è

Followerwonk: un programma gratuito che ti aiuta a cercare su Twitter gli argomenti, e mostra l’attività degli utenti in rete (come il numero di retweet e menzioni, per verificare il livello di engagement).

SocialBro: strumento che misura la nostra influenza e che ha una opzione molto carina, che ci indica il momento giusto per twittare a seconda dell’argomento che pubblichiamo o a seconda degli argomenti che più ci stanno a cuore

TweetLevel: ci classifica come: spettatore, commentatore, curatore, starter e diffusore. Va da sé che arrivare al livello diffusore significa essere eccome influente.

WeFollow: è stato sviluppato da Kevin Rose, fondatore di Digg, che ha avuto la geniale idea di suddividere i vari account Twitter in categorie per mostrare agli utenti quali sono i profili più popolari da seguire in base all’argomento.

Ci sono poi strumenti più classici, diciamo così.
Le Recommendation e gli Endorsement di LinkedIn, arrivando da professionisti, un certo peso ce l’avranno o no?

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